Scioperi e reputazione

Scioperi e reputazione

Pubblicato il: 3 Settembre 2018-Categorie: Attualità-

Foto: cortesia della Vereinigung Cockpit.

Tra le notizie che abbiamo potuto leggere durante l’estate 2018, desta indubbio interesse quella riguardante lo sciopero dei piloti Ryanair dello scorso 10 agosto. Infatti, già a fine luglio, migliaia di passeggeri Ryanair rimasero a terra come conseguenza dello sciopero del personale di cabina e dei piloti Ryanair.

Per la compagnia di voli a basso costo, lo sciopero ha avuto un costo enorme, almeno in termini di immagine, in particolare quando un portavoce di Ryanair ha dichiarato: “Ryanair rispetta appieno tutta la legislazione EU261, tuttavia, poiché queste cancellazioni dei voli sono state causate da circostanze straordinarie, nessun risarcimento è dovuto. Nella legislazione EU261, nessun risarcimento è dovuto quando il sindacato agisce in modo irragionevole e totalmente al di fuori del controllo della compagnia aerea “. Tale dichiarazione è stata riportata da diversi media e certamente non rappresenta un buon investimento pubblicitario per l’azienda. Diverse organizzazioni di consumatori in Italia e all’estero hanno offerto assistenza ai passeggeri che cercano di ottenere un rimborso. Infine, ad aggravare la situazione, si è aggiunta la notizia che alcuni degli assegni emessi da Ryanair per risarcire i passeggeri sono stati rifiutati dalle banche in quanto privi di firma.

Dal punto di vista della negoziazione è interessante osservare come la natura frammentata della rete dei dipendenti di Ryanair ponga questi ultimi in una situazione di svantaggio; infatti, mentre alcuni piloti sono impiegati direttamente dalla compagnia aerea, altri risultano lavoratori autonomi e quindi “liberi professionisti”. Inoltre, a causa degli alti costi che i piloti sostengono per ottenere il brevetto, questi hanno un forte disincentivo a partecipare agli scioperi. Infine occorre rilevare che solo recentemente Ryanair è stata costretta a riconoscere le unioni sindacali.

Del resto non è una novità che i rapporti tra Ryanair ed i suoi dipendenti non siano mai stati facili. Secondo Bloomberg spesso i toni di Ryanair non sono stati particolarmente concilianti alternando minacce a tentativi di mediazione. Alcuni hanno interpretato le oscillazioni di atteggiamento nei confronti dei dipendenti come il risultato di un management incerto sull’approccio ottimale da adottare, mentre per altri l’azienda usa la ben nota tecnica del poliziotto buono-poliziotto cattivo di cui ho gia trattato.

Sebbene ogni situazione sia diversa, sembra abbastanza ovvio che, se i dipendenti di un’azienda sono in sciopero per migliorare le loro condizioni di lavoro, con buona probabilità il motto dell’azienda sarà diverso da quello di Richard Branson “Prenditi cura dei tuoi dipendenti e loro si prenderanno cura della tua attività”

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