La Direzione Generale Europea per la Concorrenza interviene per un sospetto cartello: ancora il Dilemma del Prigioniero

La Direzione Generale Europea per la Concorrenza interviene per un sospetto cartello: ancora il Dilemma del Prigioniero

Pubblicato il: 30 Novembre 2017-Categorie: Attualità-

Notizie recenti indicano che la Direzione Generale Europea per la Concorrenza ha effettuato alcune perquisizioni presso gli uffici direzionali della BMW a Monaco. Lo stesso articolo sembra indicare che la Daimler abbia invocato l’immunità dal procedimento.

Secondo Der Spiegel, alcune case automobilistiche tedesche come Daimler, BMW, Audi, Porsche e Volkswagen hanno costituito un cartello per coordinarsi al fine di non competere tra di loro ma piuttosto, sempre secondo l’articolo citato, di agire come divisioni di una stessa compagnia. Gli accordi illeciti riguarderebbero sistemi di frenatura, sedili, sospensioni, trasmissioni e motori sia a benzina che diesel. Gli effetti di questo presunto cartello sono molteplici. Innanzitutto i consumatori che finiscono per pagare di più per un prodotto di qualità inferiore o comunque ad un prezzo più elevato di quello che si sarebbe ottenuto in caso di assenza di cartello. Inoltre gli aspetti collusivi hanno anche conseguenze sulle dinamiche dei prezzi che tendono a diventare più complesse come studiato in questo articolo. Sempre secondo Der Spiegel ci sarebbe prova del fatto che, attraverso questo accordo, queste cinque case automobilistiche non abbiano provveduto a limitare le emissioni inquinanti dei motori diesel quanto avrebbero potuto. Questo è un problema che colpisce di nuovo i consumatori, ossia chi ha acquistato un’auto diesel ed ora si trova a non poterla utilizzare, e per questo motivo è partita una class action. Ma colpisce tutti noi in modo ancora più grave se pensiamo alle morti causate dall’eccesso di emissioni sia in Italia che nel resto del mondo.

Ma torniamo all’immunità invocata dalla Daimler. Finimize dedica un articolo all’argomento e riscontra delle analogie con il Dilemma del Prigioniero di cui si è trattato in diversi post di questo sito. Infatti ciascuna delle case automobilistiche si troverebbe a giocare il ruolo di uno dei prigionieri con incentivo a confessare in modo da ottenere sanzioni più leggere. Questa interpretazione sembra anche essere condivisa in questo articolo dell’agenzia di stampa Reuters. Infatti nel sito della Direzione Generale Europea per la Concorrenza possiamo leggere che per ottenere totale immunità una compagnia che ha partecipato ad un cartello deve essere la prima ad informare la Commissione Europea nel caso in cui il cartello non sia ancora stato scoperto. Inoltre, nel caso in cui una compagnia non possa ottenere la totale immunità potrà comunque ottenere una riduzione delle sanzioni purché fornisca prove che abbiano un sufficiente valore aggiunto a quelle già in possesso della Commissione.

Ovviamente il presunto accordo trovato tra le case automobilistiche è frutto di una lunga negoziazione ma forse nella preparazione di questo accordo le parti si sono dimenticate di porsi una domanda che nel mio testo suggerisco sempre di considerare:

“L’accordo è legale?”

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Ugo Merlone
Professore Associato
Dipartimento di Psicologia, Università di Torino
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