
Pochi giorni fa alcuni quotidiani riportavano la notizia del raggiungimento dell’accordo stretto tra UE e Gran Bretagna riguardo alcuni punti tra i quali i diritti di oltre 3 milioni di cittadini dell’Unione Europea che vivono in Gran Bretagna.
Tra i punti importanti vi è sicuramente la questione dei confini tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord; infatti la creazione di un confine tra le due parti in cui è divisa l’isola scontenterebbe addirittura il Democratic Union Party che ai tempi del referendum “Brexit” aveva appoggiato la scelta “Leave”. Questa contraddizione non è sfuggita ed infatti secondo The Guardian il Democratic Union Party risulterebbe diviso sul tema della Brexit.
Tutti questi aspetti ci fanno vedere ancora una volta come questa negoziazione sia estremamente complessa. Le parti sono tante non solo all’interno dell’Unione Europea, come sarebbe ovvio aspettarsi, ma addirittura uno dei partiti che ha sostenuto una scelta precisa non è poi di fatto monolitico al riguardo di uno dei tantissimi aspetti su cui si articola il preludio alla negoziazione vera e propria.
È poi interessare notare, come sottolinea The Guardian, come le posizioni del primo ministro inglese Theresa May si siano spostate dal celebre “è meglio non raggiungere l’accordo piuttosto che un cattivo accordo”. Addirittura, sempre secondo The Guardian, Theresa May sarebbe giunta alla percezione che “any deal was better than no Brexit”, ossia meglio un qualunque accordo rispetto a non proseguire con la Brexit. Indubbiamente le pressioni sul primo ministro inglese sono notevoli e secondo la CNN queste pressioni sono una delle ragioni di questo cambio di strategia.
Sebbene l’accordo raggiunto non sia una notizia negativa, ci deve far riflettere su cosa ci aspetta per le fasi successive. Innanzi tutto l’accordo dovrà essere ratificato in un vertice europeo il prossimo 14-15 dicembre. Comunque non tutti nel Regno Unito hanno accolto favorevolmente il risultato raggiunto da Theresa May. Vi sono infatti forti critiche da parte dei conservatori e parte dello stesso Democratic Union Party, che hanno visto l’accordo raggiunto umiliante. Inoltre, secondo Fortune, anche numerosi tra coloro che nel Regno Unito sono fautori della linea dura della Brexit non sono soddisfatti dei termini dell’accordo raggiunto. Alcuni mesi fa il Financial Times aveva previsto che le divisioni interne e la debolezza del governo avrebbero condotto a risultati umilianti. I compromessi necessari per raggiungere questo accordo secondo alcuni potrebbero causare la caduta del governo.
Indubbiamente una mossa per iniziare a parlare delle modalità di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea è stata fatta, ma è solamente la prima di una lunga partita in cui non si sa ancora bene nemmeno chi saranno gli avversari che si siederanno al tavolo per fare le mosse successive.
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Ugo Merlone
Professore Associato
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