Henry Kissinger e la negoziazione III: le proposte inaccettabili

Henry Kissinger e la negoziazione III: le proposte inaccettabili

Pubblicato il: 29 Gennaio 2018-Categorie: Attualità-

Foto U.S. Army – Redstone Arsenal Historical Information (dominio pubblico)

In un post precedente abbiamo già trattato delle proposte inaccettabili ossia quelle proposte formulate strategicamente in modo che la controparte non le accetti. Mentre nel post precedente avevamo parlato di Clemens von Metternich, in questo tratteremo di Henry Kissinger. Questo esempio è un po’ più articolato. Infatti, secondo quanto possiamo leggere nella biografia di Kissinger scritta da Isaacson, nell’aprile del 1970, quando si dovette formulare una proposta da parte degli Stati Uniti ai negoziati SALT (Strategic Arms Limitation Talks) a Vienna, Kissinger aveva chiesto a ciascuna agenzia di formulare un elenco di risultati accettabili su ciascuno degli aspetti importanti per poi procedere a formulare una combinazione ottima. Tuttavia, visto il numero di aspetti da considerare, la quantità di opzioni risultanti era decisamente troppo elevata e, per prepararsi all’incontro, Kissinger chiese a Raymond Garthoff di sintetizzare le possibili posizioni in quattro proposte da sottoporre a Nixon per la sua approvazione preliminare. Tra queste l’opzione preferita da Kissinger non poteva essere presentata direttamente in prima battuta per ragioni di resistenza degli stessi negoziatori americani. Allora, Kissinger fece in modo che Nixon approvasse due altre opzioni che però furono presentate ai sovietici con condizioni aggiuntive che le resero di fatto inaccettabili da questi ultimi. Al loro rifiuto i negoziatori americani dovettero ripiegare sull’opzione preferita da Kissinger. In questo caso la proposta irricevibile era stata formulata ai sovietici ma per condizionare indirettamente i negoziatori della propria parte. Questo esempio illustra ancora una volta l’importanza della monoliticità delle parti: quando la propria parte non è monolitica o la controparte non è monolitica tutto diventa molto più complesso a causa della molteplicità delle combinazioni di interessi che ciascuna delle sottoparti può avere su ciascuno degli aspetti in gioco. Infine possiamo osservare che quello costruito da Kissinger non era un ponte d’oro per i sovietici, era invece un ponte che per loro non era accettabile e questo era stato fatto di proposito per costringere la propria parte ad accogliere un’opzione che altrimenti mai avrebbe accettato in prima battuta.

I due episodi sono distanti temporalmente almeno 150 anni, ma in realtà la distanza è inferiore. Infatti non solo vi è un interessante articolo che confronta le figure di Henry Kissinger e di Clemens von Metternich, ma sappiamo che fin da giovane Henry Kissinger aveva manifestato un grande interesse per la figura di Metternich: il primo libro scritto da Kissinger si intitolava infatti A World Restored: Metternich, Castlereagh and the Problems of Peace, 1812-22.

Possiamo quindi dire che Henry Kissinger aveva studiato a fondo Metternich, e di certo aveva imparato la sua lezione così bene da poterla applicare anche con la sua stessa parte.

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