
Foto: cortesia della Gerald R. Ford Library (pubblico dominio)
Una svolta nei rapporti tra le superpotenze si ebbe con la cosiddetta détente ossia la distensione dei rapporti tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Le ragioni di questa svolta nelle relazioni sono dovute anche alla realizzazione che la tensione tra i due blocchi aveva raggiunto livelli estremamente pericolosi. In questa interessante intervista del 1958 si può vedere come Kissinger, all’epoca professore ad Harvard, avesse ben presente gli equilibri tra i due blocchi. Per uscire dalla logica della corsa agli armamenti era necessario un cambiamento dei rapporti.
In questo articolo la détente viene definita come “un processo continuo e non una condizione finale”, in cui nonostante le divergenze e i disaccordi tra le superpotenze, almeno su due punti queste potessero trovare un accordo. I due punti in questione erano:
- si era giunti ad un livello inaccettabile nella corsa agli armamenti tale da rendere possibile non solo la mutua distruzione delle superpotenze ma dell’intero mondo;
- si rendeva necessario riconciliare la realtà della competizione tra le superpotenze e la necessaria coesistenza.
Secondo questo sito uno dei risultati principali fu la visita che Richard Nixon fece a Mosca il 22 maggio 1972 in occasione del summit in cui si firmò il SALT: il Trattato sulla limitazione delle Armi Strategiche.
Quando Gerald Ford succedette a Richard Nixon in seguito alle dimissioni di quest’ultimo, proseguì lungo le linee di politica estera tracciate da Nixon e Kissinger: ereditò i consiglieri del suo predecessore ed in particolare la détente. Tuttavia, verso la fine del suo mandato, ed in particolare durante la sua campagna per le presidenziali del 1976 nella lotta contro Reagan per ottenere la nomination nel partito repubblicano, la parola détente fu pubblicamente bandita. Dobbiamo comunque sottolineare che già prima, nel 1974-1975, la détente non era stata in grado di prevenire il deteriorarsi dei rapporti in seguito alla crisi dell’Angola.
Le elezioni presidenziali del 1976 furono vinte dal democratico Jimmy Carter con 297 voti contro i 240 ottenuti da Gerald Ford, anche a causa del forte contrasto che aveva visto contrapposti i due candidati repubblicani.
Secondo alcuni studiosi non risulta chiaro se Jimmy Carter effettuò un cambiamento nella politica estera rispetto ai suoi predecessori, ma certamente, uno stop alla détente si ebbe quando l’Unione Sovietica invase l’Afghanistan e il Presidente degli Stati Uniti chiese al Senato di postporre i negoziati SALT II e richiamò l’ambasciatore da Mosca. Questo segnò un netto ritorno verso la guerra fredda e la détente terminò del tutto quando la Presidenza degli Stati Uniti fu vinta da Ronald Reagan. Nel suo discorso del 29 gennaio 1981 si espresse in modo molto critico nei confronti della détente: un’ epoca era finita, da lì a poco Ronald Reagan avrebbe definito l’Unione Sovietica l’impero del male.
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Ugo Merlone
Professore Ordinario
Dipartimento di Psicologia, Università di Torino
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