
Una antica leggenda giapponese, la leggenda del tempio di Hakugin-do, sull’isola di Okinawa, ci offre una lezione sulla gestione di una emozione potente: la rabbia.
La storia inizia con un povero pescatore dell’isola di Okinawa che prese in prestito denaro da un samurai al fine di comprare una barca da pesca, reti e attrezzi. Quando il samurai tornò un anno dopo ad esigere il rimborso del prestito, il pescatore disse che non aveva soldi per pagare perché era stato un anno povero e la pesca era andata male e chinò la testa. Il samurai che non era un uomo noto per la sua pazienza, avvampò per la rabbia e rapidamente sfoderò la spada, preparandosi ad uccidere il pescatore. “Perché non dovrei semplicemente ucciderti?” urlò il samurai mentre sollevava la lama sopra la testa china del pescatore. A quel punto il pescatore, sapendo di non avere più nulla da perdere, disse al samurai: “Non alzare la spada quando sei arrabbiato”. Colpito dalle parole del pescatore il samurai rinfoderò la spada e disse: “Avrai un altro anno per ripagare il tuo debito ma, se quando tornerò non avrai tutti i soldi che mi devi, non esiterò ad ucciderti” e senza altre parole si voltò e si mise in viaggio verso la sua dimora.
Quando il samurai finalmente arrivò a casa, era notte fonda e trovò davanti alla porta le scarpe di uno sconosciuto. Il samurai, sfoderò la spada ed entrò con fare circospetto, certo di sorprendere sua moglie con un altro uomo. Quando si avvicinò al futon e stava per colpire con un fendente i due corpi stesi, gli vennero in mente le parole del pescatore, abbassò la spada, respirò profondamente e di proposito fece un rumore forte. Sentendo il trambusto sia la donna che lo straniero si svegliarono immediatamente e quando ella accese una candela, il samurai si ritrovò faccia a faccia con sua moglie e sua madre che aveva indossato i suoi vestiti. Il samurai chiese “Qual è il significato di questo?”, e aggiunse “Ho quasi ucciso tutte e due”. Sua moglie spiegò che quando non era tornato avevano deciso di fare indossare alla madre i vestiti del figlio in modo che, nel caso in cui un intruso fosse entrato in casa, si sarebbe spaventato alla vista di un samurai. In quel momento il samurai si rese conto che la sua abitudine di colpire senza pensare era quasi costata la vita di sua moglie e di sua madre.
Un anno dopo il samurai tornò sull’isola dal pescatore. Questa volta era stato un anno pescoso ed il pescatore aveva pronti i soldi per ripagare il suo debito. Dopo aver scambiato i saluti formali, il pescatore disse: “È stato un anno eccellente, mio signore, ecco tutti i soldi che ti devo come promesso e con interesse”. “Tieni i tuoi soldi” rispose il samurai, “non lo sai, ma il tuo debito mi è stato ripagato molto tempo fa”. Il pescatore insistette per rimborsare il prestito ma, al rifiuto del samurai, decisero insieme di seppellire i soldi. Li misero in una caverna e sopra venne costruito il tempio di Hakugin-do.
La lezione del pescatore vale anche per noi: quando negoziamo non possiamo permetterci di agire in preda alla rabbia o ad altre emozioni negative, dobbiamo invece imparare a riconoscerle per non farci agire da esse.
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Ugo Merlone
Professore Associato
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