Gli interessi nascosti

Gli interessi nascosti

Pubblicato il: 17 Settembre 2018-Categorie: Attualità-

In alcune circostanze non conoscere gli interessi della controparte o di una eventuale terza parte non ci permette di prevedere gli sviluppi di una situazione e nemmeno di anticipare quali potrebbero essere le parti coinvolte.

In Portogallo quando nel 1974, in seguito ad un colpo di stato militare fu deposto il regime di Marcello José das Neves Alves Caetano, i nuovi leader che si insediarono si orientarono verso la decolonizzazione e, per quanto riguarda l’Angola, nel gennaio 1975 convocarono i leader delle tre forze ribelli per formare un governo di coalizione. Le conseguenze furono importanti perché, secondo quello che Isaacson narra nella sua biografia di Henry Kissinger, le preoccupazioni dovute al fatto che il Portogallo entrasse nella sfera d‘influenza dell’Unione Sovietica si rafforzarono paventando una possibile influenza su una ex-colonia ricca di minerali.

Sempre secondo Isaacson sembrava che gli Stati Uniti non avessero né interessi diretti né impegni pregressi da ottemperare nei confronti dell’Angola. Il tutto avrebbe lasciato pensare quindi che i tentativi di ingerenza di Cuba e dell’Unione Sovietica non avrebbero trovato opposizione. In realtà non fu così, Kissinger aveva deciso di fare della situazione in Angola un’occasione per manifestare la determinazione degli Stati Uniti nel contrastare l’espansionismo sovietico. La vicenda dell’Angola ci fa vedere come non considerare aspetti quali i collegamenti che una vicenda può avere, non ci permette di prevedere fino a che punto una situazione può evolvere o degenerare. In realtà secondo alcuni documenti emersi in seguito sembrerebbe che gli Stati Uniti avessero già iniziato a supportare una delle fazioni ben prima dell’intervento dei cubani. Dando credito a questi nuovi documenti non possiamo che trovare conferma del fatto che è sempre opportuno venire a conoscenza degli interessi delle parti coinvolte. Una maggiore consapevolezza di questi avrebbe forse permesso di prevedere a che livello l’escalation del conflitto sarebbe potuta giungere.

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Ugo Merlone
Professore Associato
Dipartimento di Psicologia, Università di Torino
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