Il prossimo 26 febbraio Theresa May farà una dichiarazione ai parlamentari sui progressi della Brexit e il giorno seguente tale dichiarazione verrà dibattuta.
Un tema molto difficile da affrontare è dato dal cosiddetto backstop, ovvero la questione su una eventuale frontiera irlandese. Su questo tema, il 14 novembre 2018, la Commissione europea e i negoziatori del Regno Unito avevano raggiunto un accordo di recesso che regolava numerosi aspetti tra cui i “Termini di una soluzione di salvaguardia giuridicamente operativa, intesa a scongiurare la creazione di una frontiera fisica tra Irlanda e Irlanda del Nord . Il protocollo su Irlanda/Irlanda del Nord contiene altresì l’impegno del Regno Unito a non sminuire i diritti sanciti dall’accordo del Venerdì Santo (accordo di Belfast) del 1998 e a proteggere la cooperazione nord-sud. Prevede la possibilità di mantenimento delle intese relative alla zona di libero spostamento tra l’Irlanda e il Regno Unito e preserva il mercato unico dell’energia elettrica nell’isola d’Irlanda.” Al contrario ripristinare una frontiera tra l’Irlanda del Nord e l’Irlanda rischierebbe di riportare la situazione a prima dell’Accordo del Venerdì Santo che ebbe il merito di mettere fine agli anni di violenza tra repubblicani irlandesi e unionisti filo-britannici. Come previsto dall’Accordo del Venerdì Santo, i posti di frontiera furono rimossi, ripristinarli ora avrebbe un significato, almeno simbolico, molto pesante.
Le posizioni rispetto al backstop sono differenziate:
- il governo britannico sembra non volere una frontiera fisica;
- gli unionisti filo-britannici dell’Irlanda del Nord sembrano essere preoccupati che non ripristinare una frontiera sarebbe un tentativo di promuovere un’Irlanda unita;
- anche le posizioni all’interno dell’Unione Europea sembrano essere diverse, c’è chi auspica che l’Irlanda si riuniscae chi chiede che, nel caso in cui non si raggiunga un accordo, una frontiera fisica tra Irlanda e Irlanda del Nord venga ripristinata.
Sembra tuttavia evidente che una qualche sorta di barriera si stia già materializzando non si sa se tra le due Irlande, tra l’Isola d’Irlanda e il Regno Unito o tra Theresa May e alcune delle parti che la sostenevano.
Ognuna di queste opzioni rischia di rendere ancora più frammentato il Regno Unito al tavolo negoziale con l’Unione Europea.
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Ugo Merlone
Professore Ordinario
Dipartimento di Psicologia, Università di Torino
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