Brexit: la questione irlandese

Brexit: la questione irlandese

Pubblicato il: 25 Febbraio 2019-Categorie: Attualità-

Il prossimo 26 febbraio Theresa May farà una dichiarazione ai parlamentari sui progressi della Brexit e il giorno seguente tale dichiarazione verrà dibattuta.

Un tema molto difficile da affrontare è dato dal cosiddetto backstop, ovvero la questione su una eventuale frontiera irlandese. Su questo tema, il 14 novembre 2018, la Commissione europea e i negoziatori del Regno Unito avevano raggiunto un accordo di recesso che regolava numerosi aspetti tra cui i “Termini di una soluzione di salvaguardia giuridicamente operativa, intesa a scongiurare la creazione di una frontiera fisica tra Irlanda e Irlanda del Nord . Il protocollo su Irlanda/Irlanda del Nord contiene altresì l’impegno del Regno Unito a non sminuire i diritti sanciti dall’accordo del Venerdì Santo (accordo di Belfast) del 1998 e a proteggere la cooperazione nord-sud. Prevede la possibilità di mantenimento delle intese relative alla zona di libero spostamento tra l’Irlanda e il Regno Unito e preserva il mercato unico dell’energia elettrica nell’isola d’Irlanda.” Al contrario ripristinare una frontiera tra l’Irlanda del Nord e l’Irlanda rischierebbe di riportare la situazione a prima dell’Accordo del Venerdì Santo che ebbe il merito di mettere fine agli anni di violenza tra repubblicani irlandesi e unionisti filo-britannici. Come previsto dall’Accordo del Venerdì Santo, i posti di frontiera furono rimossi, ripristinarli ora avrebbe un significato, almeno simbolico, molto pesante.

Le posizioni rispetto al backstop sono differenziate:

Sembra tuttavia evidente che una qualche sorta di barriera si stia già materializzando non si sa se tra le due Irlande, tra l’Isola d’Irlanda e il Regno Unito o tra Theresa May e alcune delle parti che la sostenevano.

Ognuna di queste opzioni rischia di rendere ancora più frammentato il Regno Unito al tavolo negoziale con l’Unione Europea.

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