
La crescente disponibilità del vaccino per il COVID-19, almeno nei paesi occidentali, rende plausibile la seguente situazione. Ci sono tre persone: Anne, Bob e Carla ed un solo vaccino. Anne dice che il vaccino dovrebbe essere somministrato a lei perché è un medico ed è l’unica dei tre che sa come curare le persone; Bob sostiene che il vaccino dovrebbe spettare a lui perché è di salute cagionevole ed un’infezione da COVID-19 lo ucciderebbe; Carla, infine, sostiene che il vaccino spetta a lei perché è uno degli scienziati che lo hanno sviluppato ed il vaccino è il frutto del suo lavoro. Come facciamo a decidere a chi sia giusto somministrare il vaccino?
Se la situazione suona familiare non è un caso. Infatti è ispirata ad una storia proposta dal premio Nobel Amartya Sen e di cui avevo parlato in un post precedente. La storia originale non considera un vaccino bensì un flauto, e affronta il problema di determinare quale tra tre bambini debba riceverlo: Anne, l’unica che sa suonare il flauto; Bob, così povero da non avere altri giocattoli; o Carla, che lo ha costruito.
L’esempio è stato presentato in The Idea of Justice, un libro in cui Sen offre una critica della teoria della giustizia sociale che, nel suo focalizzarsi maggiormente sul pensiero sociale e politico, ha da tempo finito con il trascurare le istanze più legate alla vita di tutti i giorni. Il lavoro di Amartya Sen si presenta non solo come un’estensione dell’opera di John Rawls, A Theory of Justice, ma anche come una sua critica. Sebbene, secondo alcuni, possa essere interpretato come una radicale presa di distanza dalla teoria della giustizia di John Rawls, secondo altri, il punto di vista di Sen dovrebbe essere interpretato come coerente al concetto di giustizia proposto da Rawls e non come una prospettiva alternativa.
Nella recensione del libro di Sen pubblicata sul Financial Times, Sunil Khilnani osserva che il punto al centro dell’ approccio di Sen non è quello di arrivare a un’idea unica di “giustizia perfetta” da assumere come ideale. Al contrario, la giustizia è costituita da una pluralità di idee in evoluzione: di questo si deve tenere conto quando si considerano antiche ingiustizie e l’ingegnosità umana nell’inventarne di nuove. Di conseguenza, anche se pensassimo di essere stati in grado di aver raggiunto una giustizia perfetta la pandemia ci costringe a rivederne l’idea.
In un mondo afflitto dalla pandemia dove le disuguaglianze sono aumentate, il vaccino rappresenta solamente un ulteriore argomento da considerare quando si mettono alla prova le diverse concezioni di giustizia. E poiché come dice Sen “le diverse concezioni di una società giusta non ci potranno aiutare a decidere a chi dare il flauto”, non saranno neppure in grado di dirci in modo unico a chi sia giusto somministrare il vaccino (per primo).
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Ugo Merlone
Professore Ordinario
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