
Il presidente Donald Trump ha deciso di dichiarare lo stato di emergenza nazionale per trovare i soldi necessari a costruire il muro al confine con il Messico. Questa mossa scongiurerebbe un nuovo shutdown, ma secondo il Washington Post, potrebbe rivelarsi non azzeccata proprio per una serie di conseguenze che non sono state considerate. Una prima di queste è data dai ricorsi legali che molto probabilmente verranno provocati da questa mossa, con il rischio che il provvedimento di Trump venga bloccato. Inoltre, di solito, le emergenze nazionali sono state invocate per situazioni ben più gravi di quelle che si hanno alla frontiera con il Messico e se fosse assodato che Trump ha il potere di dichiarare una emergenza per questioni di questo tipo, allora vorrebbe dire che l’ambito di applicazione delle emergenze nazionali sarebbe certamente più vasto, aprendo la scena a nuovi scenari. Il terzo rischio insito in questa mossa è che creerebbe precedenti e che a loro volta i futuri presidenti (democratici) potrebbero dichiarare emergenze nazionali per perseguire i loro obiettivi bypassando il potere della Camera. La mossa di Trump è l’ennesima nella lunga negoziazione con il Congresso per reperire i fondi necessari alla costruzione del muro con il Messico ed è avvenuta dopo che il risultato dei negoziati bipartisan avevano raggiunto un accordo sullo stanziamento di meno di un quarto dei 5,7 miliardi di dollari necessari per costruire le oltre 200 miglia di muro al confine con il Messico. A questo punto Trump, insoddisfatto del risultato raggiunto che gli avrebbe permesso di costruire a mala pena 55 miglia del muro e che è persino inferiore agli 1,6 miliardi che aveva rifiutato in dicembre, ha deciso di dichiarare lo stato di emergenza nazionale e di intraprendere le azioni per consentire la costruzione del muro che aveva promesso durante la campagna elettorale. Se consultiamo l’elenco delle emergenze nazionali dichiarate fino ad ora la scelta di Trump sembra essere molto peculiare. Alla mossa di Trump sono seguite proteste ed una raccolta di fondi per una campagna contro questa decisione. Perfino alcuni senatori repubblicani avevano manifestato forti perplessità riguardo alla mossa di Trump, tra i timori il fatto che tale mossa avrebbe potuto essere usata dai futuri presidenti di qualunque schieramento per appropriarsi dei fondi stravolgendo la separazione dei poteri.
In effetti, quando si pianifica una mossa, si dovrebbe pensare sempre alle conseguenze non solo a breve termine ma anche a lungo termine, già Ovidio nel libro quarto delle Metamorfosi aveva scritto Fas est et ab hoste doceri, ossia possiamo imparare perfino dai nostri i nemici. Un mossa come quella di Trump stravolgerebbe il delicato equilibrio di poteri della Costituzione Americana alterando gli spazi manovra nelle negoziazioni tra presidente ed opposizione.
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Ugo Merlone
Professore Associato
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