
Mentre i negoziati degli Stati Uniti con i talebani proseguono, il New York Times dà notizia di un intensificarsi degli attacchi ai talebani, possiamo infatti leggere: “Il Pentagono ha intensificato i raid aerei e le incursioni delle forze speciali in Afghanistan che hanno raggiunto i massimi livelli dal 2014 in quella che, dai funzionari del Dipartimento della Difesa, è stata descritta come una serie coordinata di attacchi contro leader e combattenti talebani. L’ondata di attacchi, che è iniziata durante l’autunno, avrebbe lo scopo di mettere i negoziatori americani in una posizione di vantaggio nei colloqui di pace con i talebani, avviati dopo che il presidente Donald Trump ha manifestato l’intenzione di iniziare un ritiro delle truppe da una guerra che si è protratta per quasi 18 anni”.
Questi eventi possono essere interpretati come un esempio di “Usa il tuo potere per educare” suggerito da William Ury in Getting Past No, anche se, analizzando meglio la situazione, le cose potrebbero non essere così semplici. Infatti, sempre secondo il New York Times, la strategia di intensificare gli attacchi comporta dei costi anche per le truppe americane e per quelle afgane. Inoltre il titolo completo del capitolo di Getting Past No dove questa strategia viene presentata è “Don’t escalate USE POWER to educate” ossia non fare degenerare il conflitto ma usa il tuo potere per educare, e viene suggerito di usare questa tecnica in tandem con il costruire un ponte d’oro in modo da sottolineare alla controparte i costi del conflitto da un lato, e gli eventuali benefici di un accordo dall’altro. Tuttavia, in questo caso intensificare gli attacchi sta incrementando il conflitto e, pur ribadendo ai Talebani quale è l’alternativa al raggiungimento di un eventuale accordo, rende ancora più evidente il fatto che gli Stati Uniti non sono stati in grado di vincere una guerra che si sta protraendo da più di 17 anni. Sempre secondo il New York Times vi è una somiglianza con la situazione che si era venuta a creare nel 1972 con i bombardamenti in Vietnam. A questo punto sembrerebbe che si sia dimenticato quanto aveva scritto Henry Kissinger nel 1969: “Uno dei principi fondamentali della guerriglia è che per vincere basta non perdere; un esercito regolare, invece, per non perdere deve vincere.”
Condividi questo articolo
Articoli recenti
Contatti
Ugo Merlone
Professore Ordinario
Dipartimento di Psicologia, Università di Torino
ugo.merlone@unito.it
tel: +39 011 6702027
fax: +39 011 6705784
