In un post precedente abbiamo discusso delle recenti negoziazioni tra Stati Uniti ed i talebani. Questo genere di negoziazioni sono quelle di tipo ufficiale in cui un rappresentante del governo incontra ufficialmente l’altra parte. Queste non sono ovviamente le uniche negoziazioni che avvengono tra due parti divise da un conflitto bellico, infatti spesso, parallelamente, ne avvengono altre che non sono ufficiali. Alcuni esempi di questo tipo di negoziazioni sono riportati nel libro di Douglas Laux e Ralph Pezzullo, Left of Boom.
Il titolo del libro si riferisce alle strategie che l’esercito degli Stati Uniti attua prima (a sinistra sull’asse dei tempi) che i ribelli piazzino e facciano esplodere un ordigno; tra queste strategie annoveriamo gli sforzi per sradicare i gruppi di insorti e le azioni atte a prevenirne gli attacchi. Al contrario con right of boom si intendono le strategie messe in atto dopo un evento, come per esempio decidere come rinforzare gli equipaggiamenti per minimizzare l’entità dei danni derivanti dagli attacchi nemici e migliorare gli interventi medici.
Douglas Laux è stato al servizio della Central Intelligence Agency per otto anni come agente operativo sotto copertura in alcuni dei conflitti che hanno visto la CIA attiva all’estero.
Nel 2012 trascorse diversi mesi impiegato in alcune nazioni del Medio Oriente a quel tempo impegnate nella spedizione di equipaggiamenti militari ai gruppi ribelli attivi in Siria. Si ritirò dalla CIA nel 2013 e subito dopo iniziò a scrivere il suo libro finché i ricordi e le sue esperienze erano ancora freschi.
Esaminiamo un estratto dal Capitolo 7, intitolato Comandante Khan, dove l’Autore parla in prima persona: “Prima di intraprendere una qualunque azione dovevo ottenere l’approvazione del quartier generale. Quando li contattai una prima volta con una email, la loro risposta fu: ‘Prima il soggetto deve fornirci le informazioni’. Risposi per email con una lunga spiegazione del perché fosse necessario fare noi il primo passo. Dal quartier generale mi fu chiesto ‘Perché mai dovremmo voler lavorare con lui?’ Risposi dicendo ‘State scherzando? Questo tizio è a capo di *** uomini nel sud del paese che ci attaccano continuamente e piazzano ordigni esplosivi improvvisati (IED)’. ‘È proprio per questo che non possiamo trattare con lui’, mi risposero da Langley. Replicai ‘Ecco proprio questo è il motivo per cui abbiamo bisogno di coinvolgerlo e provare a portarlo dalla nostra parte’ e aggiunsi ‘Anche se non riusciamo a reclutarlo almeno avremo il suo numero di cellulare *** e nel frattempo riusciremo a comprendere come funziona la sua rete’. Il quartier generale rimase scettico, e allora spiegai loro che ogni volta che uno degli uomini di Khan attraversava il confine nel cuore della notte e piazzava degli ordigni esplosivi improvvisati attorno alle nostre basi, perdevamo vite umane e ogni volta che veniva colpito un veicolo Mine Resistant Ambush Protected (MRAP) la sola riparazione del rullo antiminaci costava *** dollari. Garantii che avrei potuto distruggere Khan con un budget di *** dollari. Dopo un lungo scambio di messaggi con il quartier generale il programma fu finalmente approvato ed i fondi necessari stanziati.” (Il materiale pubblicato nel libro è stato approvato dalla CIA e alcune parti sono state occultate per impedire la divulgazione di informazioni classificate: le parti coperte dagli asterischi sono il risultato delle modifiche operate dalla CIA sul manoscritto originale secondo il Publication Review Board).
Questo estratto è particolarmente interessante ed illustra alcuni dei diversi livelli sui quali si può articolare una negoziazione complessa. Notiamo inoltre che la negoziazione forse più difficile è stata quella con il quartier generale. Questa è una conseguenza della non monoliticità della parte e della difficoltà a far vedere i vantaggi dell’approccio negoziale con i terroristi. Leggendo il libro si capisce chiaramente il costo della negoziazione e l’importanza dell’analisi della situazione globale. Infatti in questo particolare caso l’individuazione delle parti coinvolte, lo scenario temporale, i collegamenti, la ratifica e la legalità degli accordi ed il tipo di comunicazione hanno un ruolo particolarmente importante.
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Ugo Merlone
Professore Ordinario
Dipartimento di Psicologia, Università di Torino
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