
Quella in Afghanistan è la guerra più lunga in cui gli Stati Uniti si siano impegnati: più di 17 anni fa il Presidente George W. Bush con un discorso in diretta annunciò l’inizio delle operazioni in Afghanistan. Questo conflitto è più lungo della prima guerra mondiale, della seconda guerra mondiale e della guerra di Corea messe insieme. Recentemente alcune notizie di trattative con i talebani sembrano preludere ad un ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, ma non tutti pensano che si tratti di una buona idea. Per esempio, secondo il New York Times, sebbene alcuni diplomatici ed ufficiali americani abbiano espresso un cauto ottimismo riguardo ai negoziati, altri si sono chiesti se i talebani e l’amministrazione di Kabul avrebbero mai accettato un accordo di condivisione del potere, dato che i talebani rifiutano di parlare al governo del presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani. Il timore di alcuni è dunque che i talebani cercheranno di rovesciare il governo una volta che gli americani se ne saranno andati.
Molto critico sembra essere l’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Afghanistan, Ryan Crocker; a suo parere il fatto che i colloqui tra gli Stati Uniti ed i talebani siano iniziati senza il coinvolgimento del governo afgano sostenuto dagli Stati Uniti rappresenta una “pericolosa concessione” ai talebani. Il rischio è che i talebani si impegnino in numerose concessioni, ben sapendo che quando saranno tornati al potere e gli Stati Uniti se ne saranno andati questi non avranno modo di farli rispettare. Secondo altri invece, i talebani manterranno la loro parola. La situazione è complicata ma ci sono alcuni aspetti importanti di cui tenere conto:
1. Onestamente cosa si può aspettare il governo afgano (sostenuto fino ad ora dagli Stati Uniti) dai talebani se questi non accettano nemmeno di avere rappresentanti di questo governo al tavolo dei negoziati?
2. Quando si firma un accordo bisogna fare in modo che questo sia credibile e che abbia i presupposti per reggere: nella realtà spesso una stretta di mano potrebbe non essere sufficiente.
3. La reputazione: sarebbe per i talebani un disonore non tenere fede ad un accordo con chi è stato per 17 anni un loro nemico?
Se per qualche bizzarro motivo, dopo essermi invitato a forza a cena a casa vostra non me ne volessi andare e voi mi prometteste che, una volta che me ne tornassi a casa mia, mi invierete un bonifico di cento euro, dovrei credervi?
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Ugo Merlone
Professore Associato
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