Supponiamo di volere, o peggio, di dovere vendere l’appartamento che avevamo comprato alcuni anni fa, per esempio nel 2007, quando le quotazioni nel mercato immobiliare erano molto alte. Quale prezzo sarebbe opportuno chiedere? Il prezzo (alto) che avevamo pagato o piuttosto un prezzo più vicino a quello attuale del mercato? Questa è una domanda che ci poniamo di frequente e non solo a proposito degli immobili. Spesso, quando pensiamo al prezzo di qualcosa che abbiamo comprato o per la quale abbiamo già effettuato un forte investimento, quanto pagato o quanto investito tende ad influenzare la nostra valutazione ed a condurci ad effettuare richieste che non hanno senso per chi ci ha di fronte. Infattipuò accadere che due proprietari che pongano in vendita immobili simili ma acquistati a prezzi diversi, tendano a chiedere prezzi diversi che risentono da quanto loro avevano pagato per il rispettivo immobile. Questa tendenzaè stata studiata sia per le transazioni immobiliari che in molte altre situazioni ed è nota come la fallacia del costo non recuperabile. Quando ne siamo vittime ci dimentichiamo di una delle lezioni fondamentali dell’economia: “i costi irrecuperabili sono irrecuperabili”. Diversi contributi hanno affrontato questa fallacia tra cui ricordiamo un articolo di Arkes e Blumer ed anche una approfondita analisi del premio Nobel Richard Thaler. Gli studi sui costi irrecuperabili sembrano essere relativamente recenti e potrebbe essere questa una delle ragioni per cui è difficile non cadere in quella fallacia. Tuttavia vi è una sottile ironia nel fatto che la risposta alla domanda “a che prezzo dovremmo vendere un bene?” e, aggiungo io, senza farci influenzare dai costi irrecuperabili sostenuti nel passato, è nota da lunghissimo tempo. Infatti, se leggiamo uno dei primi trattati economici, e precisamente il Tractatus de Contractibus di Petrus Johannis Olivi (1248-1298 circa) troviamo scritto “tantum valet res quantum vendi potest” ossia un bene ha un valore pari al prezzo a cui lo possiamo vendere. Petrus Johannis Olivi detto anche Petrus Provenzalis nacque vicino a Béziers, a Sérignan in Linguadoca, nella seconda metà del 1247 o nella prima del 1248. Molto presto entrò nell’Ordine Francescano a Béziers, ed oggi è considerato uno degli intellettuali più importanti della seconda metà del tredicesimo secolo. Sebbene sia morto in giovane età, lasciò dietro di sé un’impressionante opera filosofica e teologica che fu censurata dalla Chiesa varie volte. A proposito, ho acquistato una recente edizione in francese del Tractatus de Contractibus. Io ero andato in treno di persona a comprarla spendendo cinquanta euro per il viaggio; ora, se voglio rivenderla, come posso recuperare il costo del viaggio?
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Ugo Merlone
Professore Ordinario
Dipartimento di Psicologia, Università di Torino
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